Promontorio di Capo Testa
rocce granitiche dalle forme spettacolari
Dal centro di Santa Teresa Gallura, percorrendo una bella strada panoramica lunga circa cinque chilometri, si raggiunge questo promontorio, caratterizzato da rocce granitiche dalle forme spettacolari, cosidette tafoni, che richiamano a volte animali, altre volte visi umani.
Ma è bello anche scrutare queste pietre levigate dal vento e dal mare e scoprire nuove forme, nuovi soggetti, stimolando la propria fantasia, la propria immaginazione.
A Capo Testa si notano numerosi resti di cave abbandonate che per primi i Romani sfruttarono per l’estrazione del granito, utilizzato per la costruzione dei loro palazzi nella capitale, come il Pantheon. Capo Testa è collegato alla terraferma da uno stretto istmo i cui fianchi accolgono le spiagge di Rena di Levante, da un lato, e Rena di Ponente-Baia Santa Reparata dall’altro; questi due versanti permettono sempre il mare calmo da uno dei due versanti, in funzione della direzione del vento.
Percorrendo fino alla fine la strada che si addentra nel promontorio si giunge al Faro di Capo Testa da dove, a piedi, è possibile seguire uno dei sentieri che degradano a mare, come quello che scende alla spiaggia di Cala Spinosa.
Capo Testa è anche una palestra per gli appassionati del free climbing, dai meno esperti ai più capaci. Le aree più interessanti si trovano presso la spledida Valle della Luna, sul massiccio granitico di Punta della Torre, raggiungibile tramite la strada che accede al parcheggio di Rena Ponente, subito dopo l’istmo.
Dopo un chilometro circa si devia a destra in corrispondenza di un villaggio turistico, si percorrono altri 200 mt. prima di svoltare ancora a sinistra per un sentiero che in una decina di minuti arriva alla valle. Il lato a mare della punta impegna in un’arrampicata classica e ricca di vie, chiamata Parete della Luna.
Questa zona è inoltre nota per essere frequentata da giovani e meno giovani che da anni effettivamente abitano questo tratto di costa, arrampicati su queste rocce che costituiscono la loro “casa”, animati da uno stile di vita alternativo e riconducibile ad una sorta di “figli dei fiori” anni ‘60/’70.
Capo Testa offre inoltre un paesaggio sottomarino straordinario, ricco di grotte ed anfratti sui quali crescono gorgonie e, ad una maggiore profondità, anche coralli.
Un’immersione tanto semplice quanto suggestiva è quella che dalla sinistra del faro, ad una distanza di un centinaio di metri dalla costa, porta ad una profondità di circa –10, dove si incontra il relitto di una nave incagliata sugli scogli ed affondata negli anni settanta.